DALL’ALTO E DAL BASSO
19 aprile 2011
DALL’ALTO E DAL BASSO
Sulla contestata ‘provocazione’ di Alberto Asor Rosa (Manifesto 13 aprile, rincarata oggi), alcune riflessioni. La prima di metodo: non si può dubitare, non solo della buona fede ma delle convinzioni democratiche di Asor Rosa, occorre allora cercare di capire meglio il suo ragionamento. Che, come sempre, segue la rigorosa logica del “se è vero che”. Se è vero lo sgretolamento della Costituzione, l’asservimento parlamentare e mediatico, il dilagare della corruzione, la delegittimazione della magistratura e della scuola pubblica (per non parlare della contrattazione nazionale del lavoro) – allora stiamo assistendo all’avanzare di una dittatura. Pervasiva, totalitaria, irreversibile: un sistema di potere fondato sulla legge della giungla, o meglio della finanza più forte, privata e armata. Un sistema che andrebbe anche oltre il consenso ‘popolare’ alla persona di Berlusconi. Un potere in qualche modo regale o imperiale, osserva Scalfari. E Asor Rosa non intende salvarsi la coscienza, evocando la stanchezza di Vittorio Emanuele e di Hinderburg, che in anni di crisi aprirono al fascismo e al nazismo – piuttosto rileva che “non c’è più tempo”, perché siamo come a quel tempo. E allora, se è anche vero che “non sempre le masse hanno ragione, ma non c’è ragione rivoluzionaria che non passi attraverso le masse” – come ricorda oggi Loris Campetti nella recensione alla Riconversione ecologica di Guido Viale – Asor Rosa non sta negando il valore delle lotte sociali presenti, anzi ne sta confermando la necessità: dice solo che l’indignazione non basta, e che la Sinistra non ha un programma. E se non c’è più tempo nemmeno di chiedersi perché, egli invoca una sorta di contro-golpe, il sussulto di uno stato illuminato, più forte in quanto in grado di anticiparlo. Senza nominarlo, e senza chiedersi perché il presidente Napolitano abbia nel novembre scorso concesso a Berlusconi un mese di tempo per difendersi dalla sfiducia, ora credo sia rivolta a lui l’invocazione di Asor Rosa. Un Presidente della Rapubblica che per saggezza e prudenza gode di un’enorme fiducia, e l’unico a poter decidere se continuare un logoramento in trincea o agire, sciogliendo le camere. Circola già nel web una petizione in questo senso (http://www.petizionepubblica.it/?pi=P2011N8898).
Ma certo il Presidente, come tutti noi, attende un segno, o la concretezza di un sogno: che so, Montezemolo che produce biciclette elettriche sui modelli di Leonardo, o un ministro che scriva un libro sul cinema.
https://nicolalicciardello.wordpress.com
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