PER UN’ECOLOGIA DELLA VOCE
Per un’ eco-logia della voce
La voce, quanto di più intimo e personale: l’impronta vocale di ciascuno di noi è unica, anzi per i Veda e Schneider ciascuno non è che sostanza sonora, ritmo conglomerato in un corpo, che le fa da cassa armonica.
Prima e dopo il canto – rito di ringraziamento e purificazione collettiva – la parola narrante risana, guarisce gli individui dall’esilio: “facendo anima” e storia, ricrea comunità.
Il mandato di una lettura ad alta voce è la pietas per la parola oggi inascoltata o inascoltabile. Un’ esecuzione che sia ascolto, non-sapere quale sarà il passo, il verso successivo o la fine del viaggio – per continuare a nascere, a formarsi (“de-pensarsi”, secondo Carmelo Bene) mentre la si dice. Allora essa diffonde la sua risonanza, la sua sostanza ritmica.
Come ? Attraversando i codici delle prosodie semantiche, e i toni emotivi inscritti in un testo poetico, riuscire a leggerne il sapore ‘estraneo’, il rasa (Stimmung) di parola ‘originaria’, udibile a tutti i parlanti, impersonale – lasciandosi possedere dal suo ritmo. Questa transe incarna il sogno che la parola ‘incatenata’ all’io o al tempo ancora porta e trasmette – offrendo la possibilità di una resurrezione al nominare ‘originario’. Il pubblico esporsi della voce, che è un ‘sacrificio’ del respiro, rivela la vera “nuda vita” dell’essere umano quando la voce diviene trans-personale, significato puro, trasparenza assoluta della forma – forza di radici e danza di desinenze – e l’irrompere imprevedibile di quella nuda vita, la variazione di ritmo rinnova il linguaggio. Sfida, educazione alla resistenza per l’invisibile o impossibile liberazione dall’ io quotidiano – dal punto di vista della resurrezione, del “corpo di gloria”: le voci del futuro, evocazioni pure del poema dell’umanità.
Nicola Licciardello
Natale 2002
Questa pagina ospita Letture di poesia uniche
NANAO SAKAKI (1923-2008) poeta zen, fondatore con Gary Snyder di “Tribe”, comunità anarchica,
amico di foreste e aborigeni, montagne e deserti.
Performer autore di Bellyfulls, Let’s Eat Stars, Break the Mirror e Real Play.
Vide l’esplosione di Nagasaki dal periscopio di un sommergibile giapponese.
Saggezza e humor taoista, fresca concisione beat
La straordinaria naturalezza di Arnoldo Foà
e la vibrante nobiltà di Sonia Bergamasco sono
Poesiassoluta
Il poeta ebreo-buddhista Ginsberg apre la sua scrittura e voce, il suo corpo all’Altro, al Sud nei tre continenti (Messico, Marocco, India), e più dell’amico, ‘blues-folk fondamentalista’ Dylan, attinge in vita onori da Maestro dell’Occi dente[1]. Proprio per il suo sincretismo globale, per la sua wholeness, interezza d’arte-vita, scrittura-corpo, sanità di un uomodisarmato e disarmante, che con il candore della voce unisce il Sacro e il profano, l’Oriente e l’Occidente, l’illuminazione e la liberazione sessuale. Poeta del quotidiano – cosmopolitano (più che metropolitano), resistenza della parola comeecologia della diversità e denuncia civile – negli ultimi trent’anni al servizio di un luogo proclamato come sacro[2], Lower East Side, il quartiere più latino di New York. Un inglese trans-etnopoetico e la voce respirante uniscono e guariscono i presenti. Non troppo diversamente dalla phoné di Carmelo Bene, la poesia “dev’essere canto dell’intero corpo, asserzione di una comune condivisione d’anima tra i membri del corpo politico, unisono e unità con tutta la natura”.
[1] Al Centro “Shambhala” di Manhattan, monaci e amici (come Philip Glass e Amiri Baraka) ma anche molti ignoti amanti (invocati nella poesia Death & Fame scritta un mese prima di morire) per la sua veglia funebre recitarono il Sutra del Cuore della Prajna Paramita, nella puja guidata da Gelek Rimpoche.
[2]Su questo aspetto in particolare, si rimanda alla lunga intervista concessa da Ginsberg a chi scrive, pubblicata da “Paramita” 32, Roma 1989 e “Viceversa” 27, Montreal 1989.
Ed ecco Allen Ginsberg a Conegliano nel 1995
Luna nasconde la via
Come è calma è la notte
dei viventi contemplanti
Lei, la regina morta salire
guardarci dagli occhi infossati
matura morte perlustrando il bosco
là in lama di magnesia
sempr’a mezzaria sguainata
s’accende l’intrico invisibile
– indoviniamo accordi, dissonanze
fughe, inghiottimenti …
Vengono lucciole curiose
a carezzare il viso
Piccino mondo, grata di cielo
sepolto ai bordi dei monti
– sobbalza l’uomo
che inverta lo sguardo
E più della tragedia della storia
più della guerra e della morte
sarebbe lo sgomento – pensa !
se una sera mancasse una stella
– non trovare più all’alba e al tramonto
Venere in cielo
allegra compagna delle solitudini
Ultimo dolore, o nostalgia
dell’umano irredimibile
– tutta questa bellezza
non la possiamo contenere
– la bellezza che ci abbraccia
in cui viviamo, di cui siamo parte
Essere, e grazia d’apparire
dissolvente e generante
prodigiosa saggezza
– e ira, ignoranza, desiderio
in cui tutto si compie
– presenza, indivisibile radianza
prima della luce
prima della parola
prima mente
di cui siamo eco
dono frattale
Non han parole le stelle
e la Galassia sulle querce
non ha parole la perfezione
la perfezione della notte
Non ha parole questa pace
la lentissima ascesa
al senza-nome
nicola licciardello
la Encantada
2006
L’ultimo appuntamento de IL PONTE DEL SALE “Verso il Solstizio”, ad Arquà Polesine, ha celebrato lo stesso 21 giugno con due letture eccezionali: MARCO MUNARO dal suo Nel corpo vivo dell’aria, e STEFANO STRAZZABOSCO da Casa al Sud di AURELIO ARTURO, da lui tradotto e curato con prefazione di Fernando Herrera Gomez e postfazione di Martha Canfield
per le Edizioni del PONTE DEL SALE.
Ecco un estratto della lettura di Strazzabosco
Lo shock apocalittico dell’ 11 settembre 2001, il nuovo Millennio apertosi con l’arcano dei Tarocchi la TORRE, folgorata dal cielo e gli uomini che precipitano capovolti, assieme all’immagine dei Buddha colpiti dai Taliban, e subito l’ennesima guerra Usa in Asia (al grido ‘siamo tutti americani’ anche la partecipazione italiana), le carni dei bambini macellate dalle mine: era questa tempesta comunicativa a riaprire la coscienza dei poeti di Padova, inducendoci a porre sulla porta dello storico Caffé Pedrocchi, da un lato la Torre ma dall’altro La STELLA, l’arcano successivo dei Tarocchi: non profezia certo, ma auspicio – in una lungimiranza ‘afghana’ rivelatasi purtroppo ancora attuale.
BOLOGNA, TEATRO DELLE MOLINETTE, 15 DICEMBRE 2003. LA LETTURA NOBILE E APPASSIONATA DI ROSARIA LO RUSSO, POETA PERFORMER FRA LE PIU’ COMPLETE NEL PANORAMA ITALIANO CONTEMPORANEO, E LA MUSICA DAL VIVO DEL GRUPPO DI OUASSINI, CREANO UN EVENTO UNICO DI SINERGIA FRA PAROLA E MUSICA, RITMO E CANTO: POESIA E MUSICA ARABO-ANDALUSA, CHE E’ ALLE ALLE ORIGINI STESSE DI TUTTA LA POESIA OCCIDENTALE.
Per ragioni tecniche qui si mostra solo la parte iniziale
Alla fine sei arrivato ad una “forma” non “piatta” e familiare, che si rivela nuova. Molto bella l’immagine della testata. Incredibil-mente at-traenti, per la ricchezza non cumulabile come bene materiale comunemente inteso, le pagine che ora si fanno “porti”. Acque di sorgenti votive, evo-lutive di un d’io che, oggi, non sa nemmeno di esistere, o non sa e non si cura di sapere cosa e quali siano i suoi territori. Grazie delle VOCI, grazie per questo lavoro, tante vite in una, che si fa raccolta.ferni
…e c’è anche …fernanda, dietro a quella voce? Grazie di nuovo, l’ho ascoltato e ho imparato.Ti ho anche riletto. Dalle ultime righe, quelle che hai lasciato sulla soglia del tuo scritto, prima di uscire, ho “letto” cosa sia resurrezione. Ho sempre considerato la ri-nascita nei miei percorsi, quasi superando la morte, intesa come la veste, abito, costume da posare, o da posa (?), e attraverso questo semplice gesto, la de-posizione, tornavo all’uovo- all’uomo- nuovo .Oggi ho capito invece la de-com-posizione,con tutto ciò che è il suo cammino. Oltre.f
Grazie a te, Ferni, che con infinita pazienza (mi) hai aperto la Porta della Rete universale, ove riversare gli irripetibili di ognuno, i “corpi di gloria” che la Tecne umana ha finora saputo trasmettere…
un grande abbraccio, Nicola
grazie, nicola, la pagina delle voci è bella e quello che scrivi della voce recitante/poetante è bello e vero. e anche utile! pochi ancora troppo pochi conoscono l’arte della voce poesia
ti abbraccio
Grazie a te, Rosaria, sei ‘promossa’ ad Autore del Blog medesimo e così puoi allegare file, etc
Ti vedo a Siena il 20.
Un abbraccio,
Nicola
Tutto il blog ha il particolare della bellezza non perimetrata e il dono della contaminatio che si cercano nel segno di armonia.
Attratta – per attraversamenti passati – da PER UN’ANTROPOLOGIA DELLA DANZA e riaccolta – per attraversamenti in corso – da PER UN’ECOLOGIA DELLA VOCE – assisto ad apparizioni altre di Bellezza: così ti ringrazio, Nicola, per aver citato il Sutra del Cuore della Prajna Paramita. Che vorrò conoscere.
Un abbraccio, pensieri belli!
Gloria
GRAZIE Gloria, come stai ?
cose belle per Pasqua !
grazie per avermi fatto leggere queste bellissime pagine, eavermi fatto ascoltare poesia
ita
Ciao Ita ! grazie a te dell’attenzione, a presto invito a Padova Fiume di Poesia !
grazie per avermi fatto leggere queste bellissime pagine, e avermi fatto udire poesia
ita